"Formula Uomo", la Ferrari e la cultura della sicurezza
Quando parliamo di una nuova cultura della sicurezza ci riferiamo essenzialmente alla crescita della disponibilità da parte sia delle aziende che dei collaboratori che vi operano a modificare le proprie abitudini, credenze e abituali strategie di intervento nella direzione di nuovi comportamenti ed atteggiamenti che considerino l'uomo e la sua psicologia come fattori determinanti nella prevenzione dell'infortunio, al pari degli aspetti tecnico-organizzativi propri di ciascun processo produttivo.
Se da un lato intervenire sulla cultura della sicurezza significa infatti programmare attività formative di sensibilizzazione già a partire dalla scuole, come affermato recentemente dal segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini, contestualmente anche le aziende sono chiamate ad investire nella direzione di nuove metodologie di intervento e nuove attività formative a carattere psicosociale.
Non è un caso che una delle aziende maggiormente impegnate in questa direzione sia una delle più importanti del panorama italiano, ossia
“Formula uomo”, è infatti il progetto di «eccellenza» portato avanti dall'azienda fin dal 1997 e che punta ad essere punto di riferimento in Italia e nel mondo per ambienti di lavoro, sicurezza, ecologia, risparmio energetico e attenzione ai collaboratori.
Oltre ad interventi di tipo strutturale, che hanno comportato importanti riorganizzazioni anche dell'ambiente fisico del luogo di lavoro (con particolare attenzione per l'ergonomia delle postazioni utilizzate dai dipendenti), Formula Uomo prevede investimenti importanti sulla sicurezza.
L'obiettivo che guida tali interventi e che riteniamo possa costituire un esempio interessante e stimolante da seguire, consiste nel proporre una fabbrica in cui la possibilità di incidente sia pari a zero.
Come afferma Luca di Montezemolo, Presidente dell'azienda "Dobbiamo però essere consapevoli che questo obiettivo può essere raggiunto con la piena partecipazione e responsabilizzazione di tutti. E' per questo che abbiamo aumentato non solo gli investimenti strutturali, ma anche quelli in formazione".
La responsabilizzazione di tutti implica che "ognuna delle donne e degli uomini che lavorano alla Ferrari devono sentirsi primi responsabili della sicurezza, propria e degli altri".
La partecipazione dei dipendenti di un'azienda al miglioramento della sicurezza sul lavoro oltre a migliorare il clima organizzativo contribuisce ad avvicinare il centro decisionale relativo agli interventi da attuare all'ambito specifico di lavoro.
Ma in che modo possono partecipare i dipendenti alla costruzione di una nuova cultura della sicurezza in azienda?
Attraverso la realizzazione di interventi orientati alla “costruzione di comportamenti” da applicare nelle dinamiche di lavoro che richiedano l’osservazione ed il monitoraggio continuo e diretto da parte dei lavoratori delle dinamiche che si verificano sul luogo di lavoro.
L’obiettivo degli interventi della cosiddetta “Behavior based Safety” è quello di analizzare con la partecipazione diretta dei collaboratori, gli stimoli antecedenti e conseguenti al verificarsi dei vari comportamenti attuati sul lavoro e che possono determinare il verificarsi di incidenti.
Se ad esempio, indossare cuffie antirumore costituisce un antecedente adeguato al comportamento da eseguire (entrare in un ambiente di lavoro molto rumoroso), le conseguenze di tale azione potrebbero non essere ugualmente positive per chi le compie (pensiamo alle battute di scherno dei colleghi, oppure al fastidio che le cuffie possono provocare in un ambiente caldo oltre che rumoroso).
Se tali conseguenze dovessero determinare un mancato utilizzo delle cuffie la volta successiva, (comportando quindi un trade-off negativo da parte del soggetto, ossia una scelta basata su errate attribuzioni di importanza ai fattori positivi e negativi di tale comportamento) tale atto sarebbe fortemente rischioso e altamente condizionato dalle possibili conseguenze subite da chi le indossa.
La riduzione del rischio potrebbe avvenire attraverso il monitoraggio diretto del comportamento attuato da parte di chi opera direttamente in quel contesto ove il comportamento è richiesto (ad esempio i colleghi di un settore produttivo), resi responsabili dell’osservazione e successivo report dei fattori antecedenti e conseguenti alle azioni attuate.
Lo scopo di tale monitoraggio consiste quindi nell’aumentare la conoscenza e la consapevolezza di tutti i fattori in grado di influire sul comportamento delle persone sul lavoro, favorendo sia il cambiamento di tale comportamento (laddove esso sia portatore di un elevato rischio di infortunio) sia il suo mantenimento nel tempo.
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