giovedì 24 luglio 2008

Morti Bianche, il libro di Beppe Grillo


Il tentativo è sempre lo stesso: contribuire ancora una volta a diffondere una nuova cultura della sicurezza.

Oggi lo facciamo però in modo diverso, ossia presentandovi un libro che spopolerà in rete e che senz'altro ci aiuta a capire quali siano, in definitiva, gli aspetti più duri, più violenti, più tristi delle morti sul lavoro.

Il libro in questione s'intitola semplicemente, "Morti Bianche", autore Beppe Grillo.

Certamente è un punto di vista, come è giusto che sia. Ce ne sono anche molti altri.
Tuttavia siamo convinti che questo contributo del famoso comico italiano possa dare una mano quantomeno a sensibilizzare un po' di più l'opinione pubblica sul problema della sicurezza sul lavoro.

Lasciamo la presentazione del libro a Beppe Grillo, riportando le sue stesse parole:

"Vi consiglio di non leggere il libro: "Morti Bianche". E’ un libro pericoloso. Le testimonianze dei famigliari delle vittime sul lavoro, assassinati sul lavoro, sono così sconvolgenti che dopo non sarete più gli stessi. Dopo, se il vostro padre, figlio, fratello. Se la vostra madre, figlia, sorella si recheranno al lavoro conterete le ore che vi separano dal loro ritorno. Forse, vi verrà spontaneo chiedergli di accompagnarli, per proteggerli.
Quando una persona muore, la parola più usata è fatalità. Quando una persona muore, l’aggettivo più usato è tragico. Tragica fatalità. 1300 tragiche fatalità ogni anno, cinquantamila invalidi ogni anno. Migliaia di famiglie sul lastrico, vedove con figli piccoli da educare, sfamare, amare trattate come delle questuanti. Liquidate con qualche migliaio di euro."

Per chi volesse leggere l'intero intervento di Beppe Grillo, questo è il link

Qui sotto, invece, la sua presentazione Video


Infine, per chi volesse acquistare il testo (prezzo libero) la pagina da consultare è questa.

venerdì 18 luglio 2008

Fondimpresa, 33mila lavoratori "a scuola" di sicurezza

Segnaliamo volentieri la notizia odierna relativa al Piano formativo finanziato (grazie ad uno stanziamento di 15 milioni di euro) da FondImpresa, fondo gestito bilateralmente da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil grazie al quale saranno 33mila i lavoratori coinvolti in corsi di formazione sulla salute e sicurezza sul lavoro.

FondImpresa finanzierà 58 progetti che coinvolgeranno circa 1000 aziende soltanto nella fase inziale relativa alla realizzazione di piani formativi presentati entro il 15 Aprile scorso.

Come annunciato dall'Inail i lavoratori coinvolti nei piani formativi sono prevalentemente coloro che appartengono a categorie ritenute particolarmente sensibili (come ad esempio i neoassunti con età inferiore a 32 anni) che rappresentano una fascia di lavoratori di circa 10mila persone fortemente esposte al rischio di infortuni.

Cliccando qui troverete la Mission di FondImpresa.

Notizia di oggi è anche la nomina del Presidente della Commissione sulle Morti Bianche, Senatore Oreste Tofani.

Ci piacerebbe ci venisse offerta la possibilità di restare a conoscenza delle attività realizzate dalla Commissione. Promuovere una nuova cultura della sicurezza significa anche consentire a chi lavora di poter accedere con facilità alle iniziative promosse in materia di sicurezza dalle Istituzioni , troppo spesso chiuse in se stesse e lontane dagli occhi dei cittadini.

Segnaliamo a tal proposito due link:
l'atto costitutivo della commissione datato 24 Giugno 2008

e la composizione della commissione.




martedì 15 luglio 2008

Rapporto Inail ed infortuni nel 2007: la nostra prospettiva


In data odierna è stato presentato dall’Inail il Rapporto relativo al bilancio infortunistico per l’anno 2007, come preannunciato in un nostro precedente post.

I dati sembrano incoraggianti, nonostante la tragicità e l’emotività che i recenti casi di cronaca hanno portato con sé.

Proviamo ad analizzare i dati da vicino, focalizzando l’attenzione sugli aspetti che riteniamo salienti per la nostra mission, ovvero la promozione di una nuova cultura della sicurezza sul lavoro.

Come segnalato nel rapporto Inail, nel 2007 vi sono state 15500 denunce di infortuni in meno rispetto al 2006, in particolare nel settore dell’agricoltura che ha visto negli ultimi anni un decremento notevole degli incidenti.

In controtendenza il dato relativo ai dipendenti dello stato, che segnalano un aumento dell’1,5% dei casi di infortunio.

Rispetto al 2006 sono diminuite di 171 unità le morti bianche.

Invitandovi a leggere il rapporto completo dell’Inail, abbiamo scelto di soffermarci tuttavia su due dati, sui quali vorremmo sviluppare anche i nostri prossimi interventi: l’aumento considerevole degli infortuni in itinere aumentati del 2,2% rispetto all’anno precedente e che, in valori assoluti, sono quantificati in 94500 unità (Un numero impressionante che rappresenta più del 10% degli infortuni totali) e il dato, anch’esso in controtendenza, relativo alla malattie professionali.

Nel testo Inail si segnala che nel corso del 2007 sono state presentate 28.500 denunce: quasi 2.000 casi in più rispetto all’anno 2006 (+ 7,0%). Cifre queste che si impongono come punto di rottura nell’osservazione del trend di medio periodo. È un aumento notevole, improvviso, ma in qualche modo anche comprensibile e giustificabile. In questi ultimi anni da più parti si segnalava una possibile “sottostima” del fenomeno tecnopatico, invocando un maggiore intervento delle istituzioni, sia in tema di prevenzione che di estensione della tutela assicurativa.

Da segnalare inoltre come L’inail stessa consideri fortemente sottostimato il dato relativo alle malattie riconducibili alle cosiddette costrittività organizzative” per la difficoltà di distinguere, in fase di denuncia e prima codifica, la specifica patologia psichica.

In generale comunque i “disturbi psichici lavoro-correlati”, hanno avuto in questi ultimi anni una consistenza pari a circa 500/600 casi denunciati l’anno, di cui larga parte individuati specificatamente come “mobbing”, concentrati nell’Industria e Servizi e tra i Dipendenti dello Stato.

Di grandissima importanza anche il fatto che vengono ritenuti sottostimati anche i dati relativi ai tumori professionali. Nel rapporto si dice testualmente che la difficoltà di accertare il nesso causale con sostanze o condizioni lavorative cancerogene, cause scatenanti ancora sconosciute e non considerate, mancata denuncia, fanno pensare agli addetti ai lavori che l’INAIL venga a conoscenza solo di una parte dei casi e quindi in via prioritaria vi sarebbe una sottostima di denunce. Secondo alcune indagini sulla diffusione dei tumori in Italia, tra il 4 e l’8% dei tumori ha un’origine professionale, cifre che confermerebbero un’evidente sottostima dei casi denunciati all’Istituto.”

Ci permettiamo di considerare positivi in generale i dati Inail, ma anche di sottolineare l’attenzione che dovrà esser rivolta proprio a quelle lacune ufficialmente riconosciute che potrebbero potenzialmente anche invertire la tendenza positiva accertata statisticamente: i disturbi psichici correlati all’ambiente di lavoro, i tumori professionali, l’analisi degli infortuni in itinere (perché così numerosi? Sono più numerosi in ingresso o in uscita dal turno di lavoro? Quale la differenza tra le due circostanze?) e, aggiungiamo, una rilevazione dei casi non denunciati a causa del lavoro nero che rappresentano una macchia indelebile in qualunque rilevazione statistica.

venerdì 11 luglio 2008

Alcune "distorsioni" nella percezione del rischio


Oggi parliamo di…percezione del rischio.

Già, valutare il rischio significa non soltanto considerare la probabilità che un pericolo si trasformi in un incidente, ma anche tenere presente quali siano i fattori in grado di distorcere la percezione che si ha del rischio stesso.

Per introdurre questo tema che molto ha a che fare con la cultura della sicurezza e con il ruolo del “fattore umano” nella problematica infortuni, vogliamo introdurre oggi una panoramica generale su quali possono essere alcuni dei fattori in grado di spiegare cattivi trade-off di sicurezza, ossia errate valutazioni del rischio sul lavoro e relativi errati interventi di prevenzione.

Diciamo innanzitutto che le persone tendono a sovrastimare i rischi spettacolari, ossia a porre maggiore attenzione a quei pericoli in grado di generare infortuni eclatanti.

Il crollo di un impalcatura è senz’altro molto più “rumoroso” di una caduta in un cantiere di lavoro, tuttavia a parità di danno subito, il secondo tipo di infortunio è molto più frequente del primo.

Quale notizia verrebbe data dai media a vostro avviso, la prima o la seconda?

Bene, la risposta a questa domanda ci consente di spiegare un’altra distorsione comune nella valutazione dei rischi, ossia il fatto che la gente tende a sovrastimare i rischi di cui si parla più frequentemente o che rimangono all’attenzione del pubblico per più tempo.

Ossia, più si è sensibilizzati su un argomento, maggiore sarà l’attenzione che gli dedichiamo, col rischio di tralasciare invece fenomeni o accadimenti più frequenti, ma dei quali non si parla salvo rare eccezioni.

Perché? Per un altro fattore importante, ossia la tendenza a preoccuparsi dei rischi “nuovi” rispetto a quelli con i quali si è più abituati ad entrare in contatto.

Una caduta in un cantiere, essendo più frequente è anche più nota, è più abituale. E l’abituazione determina un calo dell’attenzione.

Un caso del genere potrebbe indurre un’azienda o un governo ad intervenire sulla sicurezza delle strutture delle impalcature, ma a tralasciare interventi per evitare le cadute.

Verrebbero ridotti gli infortuni?

Riportiamo adesso anche alcuni dati raccolti in vari studi sull’argomento e che ci consentono di capire meglio in che modo le opinioni comuni sui rischi influenzino la percezione del rischio:

Vengono sovrastimati i rischi imposti dall’esterno (un lavoro pericoloso che viene richiesto ad un lavoratore dalla propria azienda), quelli improvvisi (come il crollo dell’impalcatura) e quelli che non portano nessun vantaggio personale.

Un lavoratore che avesse un incentivo economico per svolgere un lavoro rischioso, potrebbe avere una minor percezione del rischio rispetto ad un lavoratore che, al contrario, non avesse alcun tipo di remunerazione o premio per il rischio da affrontare.

Vengono infatti sottovalutati i rischi che si assumono più volentieri o associati a benefici secondari.

Anche il grado di controllo della situazione determina una distorsione nella percezione del rischio: si è soliti avere meno timore guidando la propria auto, piuttosto che realizzando un viaggio come passeggero.

Ma perché siamo soliti distorcere così fortemente la nostra percezione del rischio, determinando che anche il nostro comportamento sul lavoro possa esserne così negativamente influenzato?

Perché il nostro cervello non è in grado di valutare i trade-off di sicurezza (ossia di compiere delle scelte basandosi sul rapporto costi-benefici delle stesse) in modo matematico, ma, al contrario, ricorriamo a scorciatoie e pregiudizi che ci consentono, tra le altre cose, di velocizzare i tempi delle scelte medesime nel tentativo di ottimizzare le nostre azioni.

mercoledì 9 luglio 2008

Pubblicità progresso: la nuova campagna "Io lavoro sicuro"



La cultura della sicurezza può e deve essere diffusa anche grazie all'intervento dei media.

Ed oggi questo aspetto acquisisce maggior rilevanza anche grazie alla campagna di comunicazione sulla sicurezza sul lavoro realizzata dalla Fondazione Pubblicità Progresso e presentata a Roma oggi con la presenza del Ministro del Welfare Sacconi.

La campagna mira alla sensibilizzazione rispetto all'uso degli strumenti di protezione sul lavoro, ed utilizza 3 diverse tipologie di comunicazione: video, audio e a mezzo stampa.

Innanzitutto vi invitiamo a visionare il sito che promuove gli spot: http://www.iolavorosicuro.it/

C'è una frase, importante, che viene ripetuta in tutte e tre le forme di comunicazione utilizzate che dice "la sicurezza è un dovere assoluto ed un diritto intoccabile".

Giusto, vero.

Ma le aziende non sanno che è un loro dovere tutelare i propri dipendenti? Crediamo lo sappiano, almeno nella maggior parte di esse.
I lavoratori non sono consapevoli che sia un loro diritto operare in ambienti adeguati? Crediamo lo siano.

Questo spot è un valido ed efficace invito a indossare scarpe antinfortunistiche, guanti, caschi e quant'altro serva. Tuttavia ci permettiamo di dire che sarebbe utile arricchirlo con una semplice ma fondamentale domanda: "I dispositivi di sicurezza: ti sei mai chiesto perché non li utilizzi?"

Sarebbe bello che si potesse partire per una volta anche da qui..

Da questa piccola fonte desideriamo alimentare la speranza che i lavoratori e le imprese inizino a lavorare non soltanto sul cosa va fatto ma anche sul perché nelle aziende ci si ostina a comportarsi in modo inadeguato focalizzando l'attenzione quindi non solo sul pericolo, ma anche sulla percezione del rischio, ossia sulla soggettività che condiziona in modo permanente il comportamento umano, l'atteggiamento, il grado di attenzione presente durante l'esecuzione di un compito.

Il rischio zero è un'utopia, non esiste.
Chiediamoci anche se tale verità sia nota..

martedì 8 luglio 2008

Stressato? allora abbiamo qualcosa per lei!


Come dicevamo in un nostro precedente post, internet è strumento in grado di offrire risorse che possono in qualche modo aiutarci ad affrontare il problema-sicurezza attraverso modalità molteplici.

Oggi vogliamo fornirvi un piccolo manualetto che parla di stress.

Già. lo stress.

Elemento prepotentemente frequente nella nostra quotidianità e che può incidere pesantemente sulla qualità della nostra vita, non soltanto privata ma anche professionale.

Stress significa adattamento, ossia la necessità da parte dell'organismo di adeguarsi ai molteplici stimoli esterni che colpiscono in modo più o meno violento il nostro agire, anche (o soprattutto?) sul luogo di lavoro.

Un adattamento lento e faticoso che può condurre all'esaurimento delle proprie energie psichiche, al calo attentivo, alla dimunizione della concentrazione durante lo svolgimento dei propri compiti.

Bene, questa simpatica risorsa può aiutarci a fare un po' il punto della situazione su noi stessi, motivandoci in modo giocoso a raccogliere un po' le energie.

Buona lettura!

Stressato? allora abbiamo qualcosa per Lei

Fonte:Inail.it

venerdì 4 luglio 2008

Video-storie sulla sicurezza nei luoghi di lavoro

Pubblichiamo oggi un video significativo allo scopo di stimolare, seppur in modo diverso dal solito, una riflessione sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.

Questo contributo rappresenta il primo di una serie di video tratti dalla rete che ci aiuteranno a capire i tanti e variegati modi in cui la cultura della sicurezza possa essere sviluppata anche grazie al contributo di internet che ci consente di vedere e rivedere cose con le quali non siamo (fortunatamente) abituati ad entrare in contatto.