La valutazione del rischio stress lavoro-correlato nel Nuovo Testo Unico sulla Sicurezza
Il Decreto Legislativo 81/2008, ossia il nuovo “Testo Unico” sulla sicurezza dei lavoratori ha introdotto importanti novità per quanto concerne la valutazione dei rischi sul lavoro.
- l'indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di protezione individuali adottati
- il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza;
- l'individuazione delle procedure per l'attuazione delle misure da realizzare, nonche' dei ruoli dell'organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri;
- l'indicazione del nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o di quello territoriale e del medico competente che ha partecipato alla valutazione del rischio;
- l'individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento.
Secondo la Commissione Europea, Direzione Generale Occupazione e Affari Sociali, i fattori più comuni che possono determinare stress legato all'attività lavorativa sono da ricondursi a:
- Organizzazione e processi di lavoro: pianificazione dell'orario di lavoro, grado di autonomia, coincidenza tra esigenze imposte dal lavoro e capacità/conoscenze dei lavoratori, carico di lavoro, ecc.
- Condizioni e ambiente di lavoro: esposizione ad un comportamento illecito, al rumore, al calore, a sostanze pericolose, ecc.
- Comunicazione: incertezza circa le aspettative riguardo al lavoro, incertezza nella definizione dei ruoli e nelle istruzioni ricevute, prospettive di occupazione, un futuro cambiamento, ecc.
- Fattori soggettivi: pressione sociale, sensazione di non poter far fronte alla situazione, percezione di mancanza di aiuto, ecc.
Per quanto concerne i sintomi individuali dello stress, possiamo brevemente riassumerli in:
- accelerazione del battito cardiaco
- difficoltà di concentrazione
- confusione mentale
- difficoltà a esprimersi
- difficoltà a ricordare vocaboli conosciuti
- depressione
- attacchi di ansia/panico
- crisi di pianto
- disturbi del sonno
- dolori muscolari
- ulcera dello stomaco
- diarrea
- colite
- crampi allo stomaco
- pressione sanguigna alta
- disturbi tiroidei
- irritabilità
- sensazione di noia rispetto a tutte le situazioni
- problemi dermatologici
La sintomatologia organizzativa ha invece una rilevabilità meno diretta ma altrettanto significativa, riconducibile ad alcuni dati che possono rappresentare importanti indicatori di stress lavoro-correlato, come ad esempio un elevato assenteismo sul lavoro (in termini di frequenza e di durata), il numero di licenziamenti o dimissioni e l’elevato turn-over (laddove quest’ultimo non sia fisiologico della tipologia di attività svolta), la presenza di una elevata conflittualità inter-gruppo, un calo netto nella produttività complessiva dell’azienda.
Conferme in tal senso arrivano anche dall’ OSHA, l’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro, che mostra che i principali rischi psicosociali sono correlati alle nuove forme di contratti di lavoro, alla precarietà del lavoro, all’intensificazione dell’attività lavorativa, a elevate pressioni emotive, agli episodi di violenza e bullismo intragruppi (correlati, tra l'altro alla cultura organizzativa e le norme di gruppo, ndr) e a una scarsa considerazione dell’equilibrio tra lavoro e vita privata.
La ricerca OSHA, mostra l’altro, come lo stress sia il secondo problema sanitario legato all’attività lavorativa segnalato più di frequente in Europa, un problema che colpisce il 22% dei lavoratori dell’UE (2005). Una percentuale compresa tra il 50% e il 60% di tutte le giornate lavorative perse è, secondo la ricerca, riconducibile allo stress.
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